Il neo tecnico azzurro Cristian Bucchi si è presentato ufficialmente nel suo primo giorno in azzurro. “Per me è una grande occasione, questa è una terra di grandi professionisti e di opportunità. Il fatto di poter lavorare qui è stata fin da subito una grande spinta, c’è stato immediatamente entusiasmo. Credo molto nei tempi, questo è il momento giusto. Ho entusiasmo e voglia di fare, la squadra viene da un rammarico ma se l’è giocata fino in fondo. Dobbiamo mettere insieme tutte queste cose, l’obiettivo è quello di volersi migliorare sempre. I sogni sono nel cassetto, vedremo se saremo bravi ad aprirlo”.
Il gioco. “Proveremo a sviluppare il 4-3-1-2, il nostro dovrà essere un calcio propositivo. Mi piace difendere attaccando, ci siamo trovati e con calma lavoreremo. Vogliamo divertirci e provare a divertire”.
La squadra. “Un allenatore deve sapersi integrare nel contesto in cui lavora, c’è curiosità nel vedere la squadra che verrà fuori. Ci deve essere la possibilità di adattarsi, questa sarà la nostra sfida”.
I giovani. “Se hanno qualità la carta d’identità non conta. Per farli crescere c’è bisogno di lavorare al meglio, ma è una sfida che mi stimola tantissimo”.
Il campionato. “Con la riduzione delle squadre è ancora più livellato, è lungo e molto difficile. La continuità di risultati e di prestazioni farà la differenza. Credo sia aumentata molto anche la qualità”.
Giampaolo. “L’ho avuto da giocatore e ho studiato molto da lui. Mi sono confrontato anche con Martusciello, con cui ho giocato, ma ho seguito pure Sarri e Andreazzoli. Gli spunti ci sono, dobbiamo avere l’umiltà di imparare da chi ha più esperienza, poi uno deve essere bravo a metterci del suo”.
Il precedente. “Due anni fa c’erano stati dei contatti, ma avevo già un discorso aperto e quasi concluso col Sassuolo. I tempi non erano maturi e non ci siamo incontrati”.
I predecessori. “Ci sono grandi stimoli, ma anche responsabilità. Sono entrato in una struttura che ti permette di lavorare, in questo percorso vorrei completarmi il più possibile. Voglio crescere e imparare anche io, penso di aver trovato le persone giuste per farlo. Chi è passato di qui ha lasciato bei ricordi e un’idea di bel calcio: mi piacerebbe ripartire da qui”.
Le esperienze. “Le metto tutte sullo stesso livello, tutte mi hanno arricchito. L’esperienza negativa di Sassuolo mi è servita, forse ho bruciato alcune tappe ed ho perso di vista certe cose. La gioventù ha avuto la meglio sulla parte razionale, ma questo mi ha aiutato a crescere”.
L’impatto. “All’inizio mi hanno manifestato che la prima scelta era la volontà di proseguire con Andreazzoli, mi hanno detto le cose come stavano. Sono stati chiari, e questo l’ho apprezzato”.
I tifosi. “Dobbiamo essere bravi tutti a fare un passo indietro e azzerare tutto. Non dico dimenticare, anzi. Quello che ha fatto l’Empoli non lo cancella nessuno, ma ora sono passati due anni e si riparte da zero. Ci sono tante squadre forti, non pensiamo che si debba fare un campionato a parte perchè non è cosi. Ogni anno ce n’è una che viene dalla Lega Pro e può vincere. Se qualcuno pensa di essere avvantaggiato per la storia che ha è già sconfitto. Dobbiamo pensare a lavorare, partiamo con grande umiltà”.